– Riflessioni sull’Esortazione apostolica postsinodale di Papa Francesco –
La famiglia interessa tanto alla Chiesa che, fatto mai accaduto nella storia, vi ha dedicato due Sinodi, uno straordinario nel 2014 ed uno ordinario l’anno successivo.E cosa ancora straordinaria: nel cammino sinodale sono stati coinvolti direttamente i laici attraverso questionari distribuiti a tutti i credenti del mondo. In considerazione della complessità del tema da affrontare e l’approfondimento che richiede, Papa Francesco ci insegna che restando fedeli all’insegnamento di Cristo, è necessario essere attenti alla realtà e guardare oggi la famiglia in tutta la sua complessità, nelle sue luci e nelle sue ombre.
L’Amoris laetitia, il documento con il quale il Papa valorizza e arricchisce le conclusioni del cammino sinodale, non è infatti un punto d’arrivo ma un punto di partenza. L’esortazione papale infatti non intende concludere con un intervento del magistero le riflessioni sulla famiglia in quanto “in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali. Infatti, le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale… ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato” .
Con l’esortazione il Papa sembra deludere sia chi chiedeva cambiamenti delle regole canoniche sia chi sosteneva che nulla sarebbe potuto cambiare. Il Papa invece afferma che bisogna uscire dalla sterile contrapposizione tra ansia di cambiamento e applicazione pura e semplice di norme astratte. Scrive il Papa: “I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Chiesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche” .
Siamo invitati quindi a superare una visione idealistica e spiritualistica della famiglia e del matrimonio, anche se per noi la famiglia non è liquida, come una certa cultura postmoderna vorrebbe. Però la famiglia non è neppure statica, come vorrebbe un certo insegnamento basato su una consuetudine cristallizzata di norme astratte. Dopo aver illustrato, seppur sinteticamente, la vocazione della famiglia all’indissolubilità, alla sacralità del matrimonio, alla trasmissione della vita e all’educazione dei figli, il Papa ci ricorda che va superata la logica dell’esclusione con quella dell’accoglienza, che la sessualità matrimoniale è un dono e che la dottrina va sempre interpretata nelle situazioni concrete confermando il primato della persona sulla legge. Con molta attenzione e delicatezza viene descritto l’amore umano in termini assolutamente concreti. Attraverso un attento approfondimento psicologico si entra nel mondo delle emozioni dei coniugi – positive e negative – e nella dimensione erotica dell’amore.
E’ quindi un contributo estremamente ricco e prezioso per la vita cristiana dei coniugi, che non ha avuto fin qui approfondimenti in precedenti documenti papali. Scrive il Papa che non va gettato “sopra due persone il tremendo peso di dover riprodurre in maniera perfetta l’unione che esiste tra Cristo e la sua Chiesa, perché il matrimonio è un processo dinamico che avanza gradualmente” ma, continua il Pontefice, tutti i segni e i gesti “mostrano che nella stessa natura dell’amore coniugale vi è l’apertura al definitivo”, all’interno di quella “combinazione di gioie e di fatiche, di tensioni e di riposo, di sofferenze e di liberazioni, di soddisfazioni e di ricerche, di fastidi e di piaceri”. L’Amoris laetitia – ovvero la Gioia dell’amore – prosegue con una riflessione molto importante sulla “trasformazione dell’amore” perché “il prolungarsi della vita fa sì che si verifichi qualcosa che non era comune in altri tempi: la relazione intima e la reciproca appartenenza devono conservarsi per quattro, cinque o sei decenni, e questo comporta la necessità di ritornare a scegliersi a più riprese”. Col tempo muta l’aspetto fisico ma l’attrazione amorosa non viene meno, anche se cambia il desiderio sessuale che col tempo si può trasformare in desiderio di intimità e complicità.
“Nessuna famiglia è una realtà perfetta e confezionata una volta per sempre, ma richiede un graduale sviluppo della propria capacità di amare. Tutti siamo chiamati a tenere viva la tensione verso qualcosa che va oltre noi stessi e i nostri limiti, e ogni famiglia deve vivere in questo stimolo costante. Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!”.
“Non possiamo prometterci di avere gli stessi sentimenti per tutta la vita. Ma possiamo certamente avere un progetto comune stabile, impegnarci ad amarci e a vivere uniti e vivere sempre una ricca intimità” .
“Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa”.
Queste sono semplici citazioni di un testo bello, ampio, approfondito e soprattutto leggibile e accessibile a credenti e…. non credenti; riflessioni che tutti dovremmo leggere, conoscere e testimoniare.
Nino Sutera